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Monsù, Desiderio.

Pseudonimo attribuito a due pittori francesi, Didier Barra e Francois Didier de Nomé. Attivi a Napoli nella prima metà del Seicento, collaborarono spesso, al punto che i loro stili divennero notevolmente simili e si pensò quindi a un unico autore. ║ Didier Barra: certamente autore di una Veduta di Posillipo (1647), pregevole più che per le qualità pittoriche per la grande precisione topografica, ebbe come vedutista uno stile minuzioso di gusto nordico (Metz 1590 circa - ? 1650 circa). ║ François Didier de Nomè: trasferitosi in giovane età a Roma (1602), e quindi a Napoli (1610), dipinse vedute e rovine realizzando prospettive di impostazione scenografica, quasi anticipando le opere dei quadraturisti romani del Settecento. Le pitture migliori appartengono comunque al periodo napoletano: in esse la descrizione del reale si unisce a invenzioni prospettiche non lontane dall'illusionismo ottico. I soggetti, interni di cattedrali, lugubri architetture di interni, paiono tratti dalla letteratura teatrale; particolarissima è la tecnica disegnativa, anch'essa anticipatrice di modi settecenteschi, quali quelli di Magnasco e di Guardi: sul fondo scuro le figure sono definite da rapidi tocchi di pennello. Tra le opere citiamo: Interno di Cattedrale, Palazzo immaginario, La distruzione di Sodoma, Torre di Babele (eseguita in collaborazione con Didier Barra) (Metz 1593 circa - ? 1650).